Filosofia e nuovi sentieri

«Mi rappresento il vasto recinto delle scienze come una grande estensione di terreno disseminato di luoghi oscuri e illuminati. Lo scopo delle nostre fatiche deve essere quello di estendere i confini dei luoghi illuminati, oppure di moltiplicare sul terreno i centri di luce. L’un compito è proprio del genio che crea, l’altro della perspicacia che perfeziona» Denis Diderot

L’interculturalità e le sue dimensioni

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> di Stefano Santasilia

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L’interculturalità è un problema del nostro tempo. Di sicuro non si tratta più di un tema nuovo ma sicuramente sempre attuale, considerando come la ricerca del possibile dialogo tra differenti prospettive sia all’ordine del giorno. Ciò fa sì che l’indagine relativa alle manifestazioni storiche di tale dialogo, e alle sue possibilità strutturali, continui ad essere teatro di interessanti dibattiti e stimolanti proposte. Nel solco relativo a tali ricerche si colloca il volume in questione, curato da Giuseppe Cacciatore e Antonello Giugliano, studiosi che da tempo rivolgono le proprie ricerche all’analisi della “questione interculturale”.

Il volume si presenta come un’articolata mappa nella quale trovano posto e voce le differenti posizioni che abitano il panorama della “scena interculturale”: si va così dal rapporto tra interculturalità e nuovo umanesimo (Giuseppe Cacciatore) alle relazioni tra interculturalità e studi di genere (Stefania Tarantino), al confronto tra oriente e occidente (Emanuela Magno), per finire con una riflessione relativa ad una possibile etica delle migrazioni (Rosario Diana). Il testo, però, non tocca il problema solo dal punto di vista delle sue componenti strutturali. In esso è presente tutto un insieme di interventi che mostra esempi storici di riflessione interculturale applicata: è il caso delle riflessioni relative al confronto tra Montaigne e Lévi Strauss (Raffaele Carbone), al Brasile e alle sue culture (Davide Bigalli), alla lingua Nahuatl (Maria Lida Mollo), alla tradizione metafisica guénoniana (Antonello Giugliano), ai valori asiatici in relazione ai diritti umani (Alessandra Chiricosta), al confronto tra Tao e Logos (Diego Rossi) e alla letteratura altoatesina (Bernhard Kruse). Le varie espressioni di una relazione fondante lo stesso umano mostrano la molteplicità e la varietà delle possibilità di espressione. L’interculturalità, dunque, se da una parte è tentativo di com-unione, dall’altra è sempre un rimarcare la differenza, unica garante della distanza necessaria al dialogo. Il testo in questione è leale messaggero dell’incrociarsi di queste due direttrici fondamentali, e ottima espressione di una ricerca sempre in fieri.


G. Cacciatore – A. Giugliano (a cura di), Dimensioni filosofiche e storiche dell’interculturalità, ed. Mimesis, 2014.

Categorie: Recensioni | Tag: Antonello Giugliano, Bigalli, Brasile, Chiricosta, Diana, Dimensioni, filosofia, Giuseppe Cacciatore, Interculturalità, Kruse, Lévi Strauss, Montaigne, Multiculturalismo, Nahuatl, Occidente, Oriente, Rossi, storia, Studi di genere, Tao, Tarantino | Permalink.

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