Filosofia e nuovi sentieri

«Mi rappresento il vasto recinto delle scienze come una grande estensione di terreno disseminato di luoghi oscuri e illuminati. Lo scopo delle nostre fatiche deve essere quello di estendere i confini dei luoghi illuminati, oppure di moltiplicare sul terreno i centri di luce. L’un compito è proprio del genio che crea, l’altro della perspicacia che perfeziona» Denis Diderot

Questa vita. L’ultimo libro di Vito Mancuso

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> di Paolo Calabrò

Il neodarwinismo imperante in biologia ritiene che la vita sia sorta dal caso e che sia dominata dalla competizione violenta. È veramente così che stanno le cose? È l’unica visione della realtà in accordo con la scienza moderna? Prima di porre tali domande, ci sarebbe da dimostrare che questa impostazione regga davvero alla prova dei fatti: ebbene, pare che non sia così, poiché oggi sappiamo (è la stessa scienza a renderlo noto) che la vita si sviluppa secondo una logica di aggregazione e di cooperazione, oltre che di selezione. Il neodarwinismo è dunque un’idea quanto meno parziale.

Qual è l’alternativa? Un ottimismo finalistico che legga dietro ad ogni evento un piano preciso? Certo che no: ormai è chiaro a tutti che il nostro non è il migliore dei mondi possibili, e che le cose mostrano non di rado il volto della mancanza di senso e della contingenza. Eppure non si riduce tutto a questo; c’è dell’altro in questa vita, anche se per vederlo occorre uno sguardo che sappia cogliere la portata reale con l’estensione e la profondità che solo un approccio transidisciplinare può permettere, al di là del mero “bios” e di ogni sorta di categorizzazione, concettuale e morale…
Vito Mancuso – come tutti i grandi intellettuali che si muovono con libertà genuina nell’ambito del sapere, rischiando del proprio – non attira le simpatie di quelli che amano racchiudere la conoscenza dietro etichette fin troppo precise. Inviso a certa teologia (che Panikkar avrebbe definito “microdossia”), quando dice ad esempio che «tutto nella vita si muove, [per cui è impossibile racchiuderla] in un sapere dottrinario di qualunque tipo, religioso o antireligioso, spiritualista o materialista [ovvero] in un catechismo»; e a certo scientismo becero per il quale non esiste altro che la materia e “l’egoismo del gene”, Mancuso ha l’ardire – nel suo ultimo Questa vita (ed. Garzanti) – di mostrare non solo l’incoerenza e la parzialità di certe impostazioni (e di farlo con i loro stessi strumenti), ma perfino di mostrare che teologia, filosofia e scienza possono (e dovrebbero) lavorare unitamente, in maniera armoniosa e complementare, a una visione della realtà più ampia e, tutto sommato, più verosimile e bella. Scritto con uno stile discorsivo accessibile a tutti.


V. Mancuso, Questa vita, ed. Garzanti, 2015.

Categorie: Recensioni | Tag: biologia, catechismo, creazionismo, evoluzione, finalismo, materialismo, microdossia, migliore dei mondi possibili, neodarwinismo, Raimon Panikkar, scienza moderna, selezione, spiritualismo, , , Vito Mancuso | Permalink.

Autore: Paolo Calabrò

Laureato in scienze dell'informazione (Salerno 1996) e in filosofia (Napoli 2004). Gestisco il sito ufficiale in italiano del filosofo francese Maurice Bellet. Collaboro con il mensile «Lo Straniero» e con il bimestrale «Testimonianze», con le riviste online «Pagina3» e «AgoraVox.it». Sono redattore del settimanale «Il Caffè» di Caserta, del mensile «l’Altrapagina» di Città di Castello (PG) e della rivista online «Filosofia e nuovi sentieri». Ho pubblicato: L'intransigenza. I gialli del Dio perverso (ed. Il Prato, Padova 2015), romanzo noir ispirato ala teologia di Maurice Bellet; La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell'umano di Maurice Bellet (ed. Il Prato, Padova 2014) e Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (ed. Diabasis, Reggio Emilia 2011), oltre a diversi saggi sul pensiero di Raimon Panikkar, di cui l'ultimo è «Lo scandalo dell'unicità e le sue conseguenze. La proposta ontologica di Raimon Panikkar» ("Conjectura: filosofia e educação, rivista di lingua anglo-italo-portoghese, aprile 2014).

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