> di Alessandra Peluso*
“Nosce te ipsum”, espressione utilizzata da Socrate per conoscersi, riflettere sui propri limiti, sintetizza in un certo modo il testo di Francesco Piccolo, Momenti di trascurabile felicità, pubblicato da Einaudi. Attraverso momenti di “trascurabile felicità” si impara a conoscere le proprie debolezze, e si ama, accettando di essere umano. L’essere umano gode in sé una straordinaria grandezza e un’altrettanta miseria, come Pascal afferma: «L’uomo non è che una canna, la più debole della natura; ma è una canna pensante. Non c’è bisogno che tutto l’universo s’armi per schiacciarlo: un vapore, una goccia d’acqua basta a ucciderlo. Ma, anche se l’universo lo schiacciasse, l’uomo sarebbe ancor più nobile di chi lo uccide, perché sa di morire e conosce la superiorità dell’universo su di lui; l’universo invece non ne sa niente». E ancora: «La grandezza dell’uomo è grande in questo: che si riconosce miserabile. Un albero non sa di essere miserabile. Dunque essere miserabile equivale a conoscersi miserabile; ma essere grande equivale a conoscere di essere miserabile». Ecco tale condizione esistenziale appartiene ad ogni essere umano che dovrebbe prendere coscienza di far parte del mare sempre incerto e instabile dell’esistenza.
In questa instabilità che Francesco Piccolo, come nelle precedenti pubblicazioni, appare teso a sottolineare la condizione esistenziale dell’uomo, evidenziando i caratteri che più lo rendono umano come la semplicità, la felicità nelle piccole cose, la capacità di comprendere i ruoli nelle relazioni affettive. Con disarmante ironia, Piccolo riprende il pensiero filosofico, un filosofo che si destreggia nel mare della vita, tentando di fornire ai lettori una “rosa dei venti” o semplicemente il manifestarsi di un soggetto che non deve farsi assoggettare dalle grandi cose o da aspettative smisurate; in quanto, è per l’appunto, nella “miseria” umana che si genera la bellezza. Così, ad esempio, Camus godeva dell’estate, del sole, della luce che emanava la sua Algeri e la gente che esprimeva ciò, pur nella povertà. Non è la ricchezza, o il profitto che fa l’uomo, come evidenzia ancora il filosofo Nuccio Ordine, ma è la sua spiritualità, immaginazione, creatività che lo determina. Pensate, dunque, per un attimo a vivere nell’eternità, a non essere limitati: nulla avrebbe senso, si vivrebbe come automi, soggetti calcolatori, sottomessi al calcolo e privi di sentimenti, sensazioni, di tutto ciò che – paradossalmente – nel limite, trova la grandezza dell’umanità. Se non ci fosse la morte, la vita non avrebbe valore. Questo è fondamentale comprenderlo: «La vita autentica è quella vita che ad ogni istante si riconosce destinata alla morte e l’accetta coraggiosamente, onestamente» (Heidegger). E così, Francesco Piccolo, in Momenti di trascurabile felicità, ritrova la piacevolezza di sé e dell’altro nella quotidianità. Racconta le volte che ha dovuto attraversare il passaggio livello per passare dal centro alla periferia della città per andare a trovare la propria innamorata, oppure quando tutti sono in vacanza ad agosto e lui a lì a godere del silenzio e della magia che emana la città nella sua solitudine. Si apprezza il bello quando lo si conosce, quando si è capaci di superare i pregiudizi, e si va oltre lo strato epidermico degli eventi. Certo è che, dal momento in cui si prende coscienza e consapevolezza di sé, occorre poi confrontarsi con l’altro ed evolversi, perché dal sogno alla fase di realizzazione di sé occorre tempo, riflessione, sofferenza; pertanto, per captare la felicità è necessario considerare i momenti di trascurabile felicità. Ed ecco che, leggendo Momenti di trascurabile felicità si considera l’attesa, si gusta la ricerca, si ama la riflessione. Il tempo è così labile, fugge e l’individuo desidera dominarlo avidamente, correndo più rapido, talmente tanto da non soffermarsi a riflettere, a sostare sul significato, sul significante, sulle modalità di espressione che – se pur convenzionali – sono tuttavia necessarie per comprendersi, dialogare. Occorre dialogo non sopraffazione, sorriso, ironia non sarcasmo in quest’epoca contemporanea, dove tutto appare in continuo mutamento, e aleggia su uno staticismo critico, che ci auguriamo porterà ad una nuova era e saprà di umanità e di umanesimo.
F. Piccolo, Momenti di trascurabile felicità, ed. Einaudi, 2015.
* Alessandra Peluso nata a Nardò (Lecce) nel 1976, vive a Leverano (Lecce); si è laureata in Filosofia con una tesi di laurea su Georg Simmel. Tecnica e critica della cultura, dottore di ricerca in Scienze bioetico-giuridiche con una tesi di dottorato Dal trapianto allo xenotrapianto. Una via per garantire la disponibilità di organi. Correttrice di bozze ed editor presso Università del Salento nel progetto “Enciclopedia di Bioetica”. Impegnata in comunicazione ed editoria. Collaboratrice di Affari Italiani. Membro del “Centro Studi per le pratiche filosofiche Segni dell’uomo” – Università del Salento. Ha pubblicato saggi filosofici su Albert Camus Il Senso della misura e mediterraneità su Rivista internazionale di filosofia «Segni e comprensione», gennaio/aprile 2013; su Giorgio Campanini rilegge Mounier, Rivista internazionale di filosofia «Segni e comprensione», maggio/agosto 2013; su Georg Simmel, in “Frammenti della cultura del Novecento”, Gilgamesh Edizioni, 2013; su Il corpo delle donne e la bioetica, Limina Mentis, 2014; Aspetto il padre/ Expectabat a patre/ Aspettando Godot!, in atti del “Convegno tra psicoanalisi, cinema e filosofia”, Università del Salento, 29 maggio 2014, atti in corso di pubblicazione; Nascite (controllo delle), voce in IX vol., “Enciclopedia di Bioetica e Scienza Giuridica”, ESI, in corso di pubblicazione. Xenotrapianti: le biotecnologie animali e la brevettabilità; Dalla Bioetica alla biopolitica, in onore prof. emerito Antonio Tarantino, ESI, 2014. Pubblicazioni poetiche: Canto d’Anima Amante, Luca Pensa editore, Lecce, 2011 con la quale ha ricevuto il premio speciale dalla Giuria – Categoria A – Libro edito per l’opera nel Concorso internazionale di poesia-Vittorio Bodini – Lecce. Nel 2014 la sua seconda pubblicazione di poesia con Ritorno Sorgente (LietoColle); nel 2014 Umane transumanze, antologia poetica, De Comporre Edizioni 2014.