Filosofia e nuovi sentieri

«Mi rappresento il vasto recinto delle scienze come una grande estensione di terreno disseminato di luoghi oscuri e illuminati. Lo scopo delle nostre fatiche deve essere quello di estendere i confini dei luoghi illuminati, oppure di moltiplicare sul terreno i centri di luce. L’un compito è proprio del genio che crea, l’altro della perspicacia che perfeziona» Denis Diderot


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Arthur Koestler, epistemologo della creatività

> di Giuseppe Brescia*

Di Arthur Koestler (Budapest 1905 – morto suicida a Londra con la moglie Cynthia nel 1983), ‘assetato di assoluto’ e studioso del ‘senso oceanico’ specie nell’ultima fase della propria riflessione (dopo averne scoperto la esigenza in “Buio al Mezzogiorno”, come risposta al male), la cultura italiana si occupava a causa della morte, in occasione della pubblicazione del suo ‘capolavoro’, del contributo al “Dio che è fallito” (Testimonianze sul comunismo) e dei vari tomi della ‘Autobiografia’, via via poi declinando verso il ‘silenzio’, specie nel trentennale della scomparsa, o persino tentando una lettura a posteriori, “politically correct”, di “Darkness at Noon” (dal 1940, data dell’originale, al 1946, 1950 e 1992, per le prefazioni agli “Oscar Mondadori”).

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L’estremismo fase suprema dello snobismo in filosofia. Brevi note a Stili dell’estremismo di Alfonso Berardinelli

> di Pietro Piro

Stili estremismo

Mons parturibat, genitus
immanens ciens,
eratque in terris maxima
expectatio.
At ille murem peperit. Hoc
scriptum est tibi,
qui, magna cum minaris,
extricas nihil.

FedroMons parturiens

Gli snob, nella cultura di
massa,
non sono più una élite,
sono una discreta massa.

A. Berardinelli, Stili dell’estremismo

I. Libri profondi e belli

Oggi si scrivono solo libri belli. Profondi, acuti, colti, raffinati, pieni d’inventiva. Opere filosofiche memorabili e intramontabili. O almeno, questo si deduce dalla lettura delle recensioni che si pubblicano. Tranne rarissime eccezioni, le recensioni sono diventate degli esercizi di corteggiamento che raramente lasciano trasparire difetti dell’opera e ambiguità dell’autore. Il motivo di questa critica mielosa e piccolo-borghese è semplice. Nessuno vuole farsi dei nemici. Nessuno vuole rischiare perché in fondo: «non si può mai sapere». Così, nella tediosa e monotona successione delle letture consigliate, non si comprende più perché un libro sia da leggere o semplicemente da buttare in un contenitore della carta da riciclare. Elogio del qualunquismo e della democratica ambiguità. La vittima di questa scelta penosa è il lettore che si trova sempre più da solo nel processo di costruzione della propria biblioteca personale, anche se, ogni giorno, recensioni di libri promettono prodotti culturali di altissimo livello e comprovata dottrina. Per chi invece voglia iniziare a fare il duro mestiere del critico culturale, cercando di attenersi a una propria fiamma interiore, si consiglia di partire da un libro scritto nel 2001 da Alfonso Berardinelli, Stili dell’estremismo. Critica del pensiero essenziale (Editori Riuniti, Roma). Piccolo libro, scritto con una dose di causticità ai limiti del parossismo.

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