> di Paolo Calabrò
L’inconscio: croce e delizia di almeno quattro generazioni di abitanti di questo pianeta, da oltre un secolo protagonista della scena intellettuale e medica. Oggi ben pochi sarebbero tanto temerari da negarne recisamente l’esistenza. Eppure la semplice dimostrazione del contrario è di per sé una chimera; figurarsi una “verifica sperimentale”. Dell’inconscio non abbiamo che la sua espressione fenomenologica, nel vissuto degli uomini e nell’esperienza verbalizzata degli ormai tantissimi che si sono affidati alla psicanalisi; al punto che diamo sempre più per scontata la sua influenza sull’attività cosciente (e da prima che le neuroscienze facessero i loro noti esperimenti al riguardo). Continua a leggere