> di Paolo Calabrò
Il problema fondamentale della filosofia è quello del rapporto tra il Pensiero e l’Essere. E se la logica è lo studio delle leggi necessarie del pensiero, per dirla con il padre della critica moderna, allora il problema di quel rapporto è il problema della logica. Ma che cos’è la logica, quando la si indaghi a fondo e da vicino? In quale relazione è, fin dall’origine, con il logos? Può essere esaurita in una serie di regole, per quanto ampia, o va indispensabilmente tenuta aperta e in itinere? Domanda da porre soprattutto quando si tiri in ballo la temporalità: perché se l’Essere evolve nel tempo e il Pensiero, in qualche modo, ne segue le vie… come non immaginare che anche il legame tra i due (cioè quel legame che abbiamo chiamato, appunto, logica), evolva con essi?
Da nessuna parte è scritto che l’Essere debba esaurirsi nel Pensiero o addirittura, secondo la pretesa di certo imbarazzante scientismo, debba “obbedire alle sue leggi”. Eppure, in qualche misura, il Pensiero dice l’Essere: non c’è filosofia, antica o moderna, che non abbia declinato in qualche modo tale convinzione. In questo corso di lezioni – che Heidegger tenne a Marburgo nel semestre invernale 1925-26 – il filosofo si confronta tanto con Aristotele (quello del difficile capitolo Θ 10) quanto con Kant, mettendo al centro del rapporto tra la Verità e l’Essere la temporalità e l’esigenza di oltrepassare – secondo il più puro e fondante intento fenomenologico – lo psicologismo. Questa edizione del 1986 (in Germania era uscita nel ’76) a cura di Walter Biemel – meritevolmente riproposta da Mursia al lettore italiano a trent’anni di distanza, per la traduzione di Ugo Maria Ugazio – si basa su un manoscritto originale di Heidegger, su una trascrizione fatta dal fratello Fritz e su una stesura stenografica dell’allievo Simon Moser. La cura editoriale – oltre all’intrinseco interesse della trattazione – rende questo volume della collana “Biblioteca di filosofia. Testi”, fondata da Luigi Pareyson e diretta da Giuseppe Riconda, una lettura consigliata.
Martin Heidegger, Logica. Il problema della verità, ed. Mursia, 2015, pp. 285, euro 24.
13 maggio 2015 alle 16:03
La Logica si può dire che sia completa nella sua architettura formale. Essa si può paragonare alla grammatica per le lingue, in quanto serve a ordinare il linguaggio in forme semplici e complesse, secondo una modalità e costruzione sensata, che suona bene. La Logica, come d’altra parte la semplice grammatica, obbediscono ai principi: ad es. Necessità, Possibilità per la Logica, e i concetti di nome concreto o astratto per la grammatica. I Paradossi hanno apportato nuove prospettive alla logica. Parlare di psicologismo per la Logica è quanto mai inusuale, a meno che non sia una psicologia del profondo, che studi le funzioni psichiche superiori, che spieghi le dinamiche dell’Essere.