Filosofia e nuovi sentieri

«Mi rappresento il vasto recinto delle scienze come una grande estensione di terreno disseminato di luoghi oscuri e illuminati. Lo scopo delle nostre fatiche deve essere quello di estendere i confini dei luoghi illuminati, oppure di moltiplicare sul terreno i centri di luce. L’un compito è proprio del genio che crea, l’altro della perspicacia che perfeziona» Denis Diderot

carbish


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Immagini della vis veritatis: forza e pericolo nella metaforologia blumenberghiana

> di Giorgio Astone*

Hans-Blumenberg-Lubbeck

Abstract

In this article we’ll analyze some of the ‘methaphorogical’ processes, illustrated by the German philosopher Hans Blumenberg in his work “Paradigmen zu einer Metaphorologie” (1960). Particularly, in the first chapter we’ll step into the concept of “Truth” and its power in the metaphoric sense of “light”, “revelation” and “human labour”; the second will concern two of the most important paradigmatical shifts at the threshold of modernity: from an organicistic view to a mechanicistic one, and from the Tolemaic astronomic organization to the Copernican model. In the end of the essay, there’ll be a general presentation of Blumenberg’s hermeneutic method of philosophical research. Continua a leggere


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S. G. Olesen, Breve storia del soggetto, Mimesis, Milano-Udine 2011

> di Alberto Rossignoli*

«Il soggetto di cui vorrei narrare la storia è quello dell’io penso. Si tratta del soggetto nel senso più astratto del termine. Ce ne sono altri, lo so, quelli che la filosofia denomina uomo, coscienza, persona, borghese ecc. Vorrei indagare comunque il soggetto dell’io penso come un loro denominatore comune»[1].
Il soggetto, nel senso moderno di ego cogito, appare come risposta ad una mancanza: sparisce l’unità delle cose e viene introdotta nel soggetto.
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Epifania animale. Un saggio Mimesis di Roberto Marchesini

> di Paolo Calabrò

Roberto Marchesini non si perde in chiacchiere ed apre il suo ultimo Epifania animale. L’oltreuomo come rivelazione con la domanda: «Esistono gli animali?», con l’intento esplicito di rivedere da cima a fondo il paradigma specista basato su una presunta essenza dell’uomo completamente eterogenea rispetto a quella animale: l’uomo e l’animale non sono né lo stesso né, reciprocamente, il “totalmente altro” di certa teologia. L’antropocentrismo che ha caratterizzato l’esperienza intellettuale dell’uomo fino ad oggi (pure in mezzo alle tante burrascose e dolorose corrosioni, dall’eliocentrismo all’evoluzionismo), va rivisto in profondità e, forse, completamente cassato. Per almeno due buoni motivi (e con ciò volendo sorvolare

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Pazienza. Un libro Mursia di Luciana Regina

> di Paolo Calabrò

Tutti i giorni facciamo i conti con la pazienza. Più spesso, magari, con la sua mancanza. Sembra già difficile mantenerla (figuriamoci poi provare ad aumentarla con l’“allenamento”), eppure siamo solerti nell’additare gli impazienti (per non parlare degli irascibili). Ma nonostante ci siamo abituati, difficilmente sapremmo dire di che si tratta, da dove venga, come si conservi: chi volesse cimentarsi ad indagare questi aspetti trovare ben poco materiale a disposizione. In più, trattandosi di un’umana virtù, occorre una riflessione che parta, sì, dalla teoria, ma che sia utile (anzi, applicabile) alla pratica quotidiana: un esercizio di “filosofia in pratica”

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Karl Jaspers e la politica. La lucida analisi di Elena Alessiato

> di Pietro Piro

«La concordia raggiunta discutendo insieme e comprendendoci gli uni con gli altri porta a quella comunità che resiste»

Karl Jaspers, Die Schuldfrage.

Alessiato

I.

La straordinaria densità di analisi e la profonda volontà di comprendere alla radice le implicazioni del pensiero politico di Karl Jaspers costringono il lettore del libro di Elena Alessiato, Karl Jaspers e la politica. Dalle origini alla questione della colpa, Orthotes Editrice, Napoli 2012, a un intenso sforzo di attenzione e di partecipazione intellettuale. L’autrice cerca di superare – e a mio avviso il tentativo è perfettamente riuscito – il pregiudizio secondo il quale l’interesse per la politica di Jaspers sia successivo alla fine della seconda guerra mondiale. Perché: «se ampiamente trattati sono gli ambiti della psicologia, della riflessione medica, della filosofia in tutte le sue declinazioni, inesplorato dal punto di vista dell’interesse politico rimane il periodo precedente, quello compreso tra lo scoppio della Prima Guerra mondiale e la conclusione della Seconda» (p. 9).

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Antonio Lopez Garcia - Donna sulla spiaggia


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“Postmodernità”, “pensiero debole” e “nuovo realismo” ovvero inconsistenza e miseria della filosofia italiana contemporanea

> di Gianfranco Bosio*

Maurizio Ferraris

Da qualche tempo non si sentiva più tanto parlare di “pensiero debole”, di “postmodernità” e simili, o meglio, tutto quello che se ne diceva e se ne scriveva passava inosservato. La moda che con tanto entusiasmo e con tanta invasività aveva fatto irruzione nella pubblicistica filosofica italiana dei nostri giorni, fino al suo arrivo trionfale sui palcoscenici massmediatici dei vari “festival” della filosofia italiana, sembrava essere entrata in una fase di stanca e di riflusso. Meno male che ci ha pensato Maurizio Ferraris con il suo Manifesto del nuovo realismo, i cui principi sono apparsi per la prima volta sul quotidiano “La Repubblica” (8 agosto 2011). L’esposizione completa è del 2012. E’ stato più di un sasso gettato nello stagno. Ha prodotto un vero sconquasso.

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Martin Heidegger, Il “Sofista” di Platone

> di Paolo Calabrò*

Martin Heidegger - Il Sofista di Platone

Dal 3 novembre 1924 al 27 febbraio 1925 Martin Heidegger tenne a Marburgo un corso sull’interpretazione del Sofista di Platone, preceduto da un’ampia discussione su Aristotele, basata in gran parte sull’Etica Nicomachea (Libri VI e X) e sulla Metafisica (Libro I).
Il “Sofista” di Platone, appena edito da Adelphi nella collana “Biblioteca filosofica”, pubblica tale corso per intero (54 lezioni) fondandosi – oltre che sul manoscritto originale del filosofo – sugli appunti delle lezioni forniti da Helene Weiß, Fritz Schalk, Simon Moser, Hans Jonas e dando luogo a un’esposizione compatta che spicca per la sua omogeneità e completezza (ad esempio, per fedeltà all’intento heideggeriano di «non far andare perduto neanche un singolo pensiero», il testo qui riprodotto contiene ogni singola annotazione del manoscritto originale).

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